martedì 6 dicembre 2011

Passato di ricordi


Scritto il 24 luglio. Non l'avevo pubblicato forse per paura..e anche perchè l'ultima parte non è un gran che ed è tutta sbrodolata, ma la prima mi piace.


Non la sentite anche voi? Non sentite anche voi tutta questa calma che rotea pacata nell'aria, mentre io sto esplodendo, bruciando viva??
Fatemi uscire!! Io non ci sto più, qui dentro! In questo corpo così grande per la mia mente così piccola.
Avevo tutto. E ora non ho niente.
Avevo lei. Avevo la mia dose di gioia, di follia, una cosa che mi faceva arrivare alla luna, la mia luna. Avevo anche la mia dose di pazzia, di buio, che mi buttava faccia a terra e mi faceva iniziare a scavare la mia fossa facendomi seppellire dalla terra che alzavo. Ma non sono riuscita ad accontentarmi, a farmela bastare, a farle bene. Volevo qualcosa di più, e qualcosa di meno. Volevo di più e allo stesso tempo lei meritava di meglio e io non la meritavo.
Avevo la mia sigaretta a settimana. Quella che mi rendeva consapevole che stavo facendo qualcosa di concreto per avvicinarmi alla tomba (anche se una sigaretta era ben poca cosa).
Avevo i miei tagli. Il mio sangue. Il mio debito da pagare per ogni sbaglio. Quel dolce sapore caldo, che differiva dal ferro solo per la temperatura, che mi scaldava la lingua. Quel dolce tocco caldo che mi scorreva sul corpo. Quel dolce dolore di ghiaccio che mi rendeva più viva. E allo stesso tempo sempre più morta. Che mi squoteva dagli stati di apatia.
Avevo le mie lacrime. Avevo la mia ansia. Avevo il mio panico.
Non mi piaceva il cibo, anche se ero costretta a mangiare per far mangiare lei. Mi piaceva essere magra, anche se non mi piaceva il modo in cui lei di nascosto lanciava al mio corpo occhiate adoranti e di invidia forse mista a odio.
Avevo tutto.
Ma poi è finita. Non riuscivo ad andare avanti con lei. Non so cosa mi sia successo. Ho chiuso.
E so bene che lo rifarei. Amo distruggermi.
Avevo perso il mio universo e allo stesso tempo ero entrata in uno nuovo.
Avevo  ancora la mia musica che mi faceva venir voglia solo di urlare, morire, strillare e morire.
Avevo ancora la mia sigaretta settimanale in solitaria, che aveva la stessa funzione.
E continuavo a scavare la mia fossa, ma avevo una nuova pala.
Dovevo muovermi. Camminare il più possibile e il più velocemente possibile. Fare quanti più esercizi riuscivo al giorno. Non mi importava se poi restavo alzata fino a tardi per fare almeno un compito per il giorno dopo, visto che mi ero mossa per tutto il pomeriggio, ormai era da un anno che mi ero abituata ad andare a letto tardi. E i miei voti a scuola sembravano migliorati in confronto a quando c'era lei.
Mangiavo sempre meno. Avevo scoperto che per scomparire non bastava mangiare poco: dovevo non mangiare. E mangiavo il minimo indispensabile. Non ricordo molto. Ricordo la stanchezza. La voglia di dormire sempre e la consapevolezza di non poterlo fare. I momenti in cui mi perdevo nel vuoto attorno a me. Il vuoto dei miei pensieri. Anche se questi erano sempre troppi e concentrati sulle stesse cose.
E la bilancia quasi ogni domenica segnava cifre in meno. E quando la sua lucetta rossa si metteva a lampeggiare per me era una vera tragedia. Mentre se lampeggiava quella verde speravo soltanto che anche la domenica dopo succedesse lo stesso.
Avevo le mie cose da fare meccanicamente: lavare i piatti del pranzo, lavare i piatti del pranzo dalla nonna, tenere in un ordine impeccabile la dispensa del cibo e fare la passeggiata con il mio cane.
Sotto la guida di mia sorella iniziai a vestirmi meglio, abbandonando le enormi felpe, e a truccarmi meno pesantemente, abbandonando tutto quel nero attorno agli occhi.
Ascoltavo musica più allegra, musica commerciale, musica stupida, ma che non mi buttava così tanto giù.
Iniziai a uscire la sera con mia sorella. Anche se ero con sconosciuti più grandi di me non dovevo parlare, la musica era troppo alta. Mi sentivo bene. Ballavo, meglio "ballavo". Ero felice, bruciavo calorie. Sapevo di essere magra, tanto magra, troppo magra. E questo mi rendeva sicura di me, sicura che ero più magra di loro. Io ci riuscivo, loro no.
Era anche la prima volta che non avevo più il ciclo.
Ho dimenticato le lotte con mia mamma, le solite dispute unite a quelle per il cibo.
Poi, durante le vacanze di pasqua, quando avevo finalmente raggiunto i 39,0, solo 3 kilogrammi in più del mio cane, con la certezza di saper andare oltre e di voler soltanto andare oltre, arrivò.
E un terrore sconosciuto mi investì.
Sarei partita per andare a camminare per tre giorni con uno zaino in spalla con tutto il neccessario, che mia sorella diceva avrebbe pesato la metà di me, e io credevo che era molto probabile. E mio papà che mi diceva che se volevo farcela avrei dovuto iniziare a mangiare qualcosa in più.
Fin da due giorni prima della partenza mi ingozzai fino a piegarmi dal male per lo stomaco che non riusciva a contenere tutto quello che ingerivo.
Era come se avessi paura che le cose che continuavano a dirmi si sarebbero realizzate. Avevo paura di non tornare da quei tre giorni.
Tornata continuai a mangiare, festività, nuovi cibi da assaggiare. Mi attaccai in maniera ossessiva al cibo: iniziai a cucinare fino al punto che mia mamma mi impose di non fare più di due dolci a settimana. E io non vedevo l'ora che arrivasse il giorno per cucinare, non aspettavo altro. Mangiai, assaggiai cibi nuovi, mi ingozzai.
Quando decidevo che dovevo ricominciare come prima invece di mangiare meno mi ingozzavo di nuovo. Poi c'è stato il mare e lì ho mangiato tutto per tutti i giorni. Poi sono tornata ed praticamente è da aprile che mi ingozzo e sono arrivata a 48.. Mi faccio schifo.
Ma ora ho trovato la forza di ricominciare


Forza che ora come ora (6 dicembre) non trovo più..

Grazie per il tempo che mi dedicate
Ciao ciao

2 commenti:

  1. è la stessa identica cosa che è capitata anche a me... siamo molto simili.
    vedrai che ritroverai la tua forza, ne sono sicura.. e spero di trovarla anch'io
    ti stringo forte

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  2. già la forza..l'ho abbandonata da quando ho messo su kg..e sono così consapevolmente lucida da non dire'me la prendo quando voglio'..!
    sono passati 4 anni..e kg su kg..
    purtroppo bisogna solo aspettare..lottare ma aspettare..sembra un controsenso che in una lotta tutto resti fermo..ma evidentemente è un percorso necessario..per riappropriarci di noi..
    un abbraccio

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